sabato 3 agosto 2013

Apologia di Candy Candy

Non so voi, ma io e i cartoni animati che si vedono adesso in televisione o che si scaricano da internet non andiamo proprio d'accordo...! Per tanti motivi (figurarsi se una fondamentalista come me riusciva a limitarsi!) innanzitutto perché non raccontano una storia. I personaggi sono statici, non vivono un'evoluzione, non crescono, non fanno tesoro delle esperienze. Ogni episodio è a sé e non ha importanza l'ordine cronologico con cui vengono visti. Quando io ero piccina, invece, mi sparavo dei drammoni bestiali in cui il personaggio cresceva, cambiava, imparava, conosceva. E ricordo le storie di Laura della casa nella prateria, Lady Oscar, Georgie, Creamy, e la mia preferita: Candy Candy! Ma perché ve lo racconto?Ecco, diciamo che Miss Meraviglia è arrivata alla magica età in cui i cartoni sono una parte importante dello svago giornaliero. Ed ecco che noto come il suo atteggiamento ne viene negativamente influenzato. La mía dolce Miss assorbe dei messaggi che i nuovi cartoni veicolano in modo indiretto ma potentemente costante: oltre all'assoluta mancanza di evoluzione psicologica, i bambini vivono e agiscono solo in base a ciò che viene loro CONCESSO. Non se ne incentiva l'essere propositivi, vengono continuamente istruiti, si da per scontato che a tutti piaccia fare la stessa cosa. Spesso si deridono i personaggi senza che il personaggio deriso mostri risentimento o dolore per la derisione: al massimo sono gli altri personaggi a dire che cosí non si fa: l'importante non è il sentimento dell'individuo, ma l'opinione/norma sociale che viene assunta perché si, è indiscutibilmente giusta. Ecco che i cartoni fanno un bel lavaggio del cervello silenzioso e nascosto. Danno istruzioni ai bambini su come bisogna essere, cosa desiderare, come subire. Inutile dire che mi piacerebbe eliminare qualsiasi tipo di cartone, ma la mía Miss non potrebbe capire, e di conseguenza accettare, tale limite. E allora cosa fare? Cambiare modello e optare per i megadrammoni che mi sparavo durante l'infanzia? Ok, proviamo! E cosí quest'ultima settimana Candy è magicamente ritornata a fare parte delle mie giornate! Miss Meraviglia è entusiasta: la vedo partecipare con emozione, e non stare imbambolata davanti a storie politically correct di una famiglia di maiali felicemente grassi.... Miss Meraviglia aspetta con ansia la prossima puntata, segue la storia, si mette da capo a piedi nel mondo di Candy, parteggia per il personaggio che va contro la morale della societá nobiliare in cui viene catapultata, ascolta quello stream Of consciousness che ha fatto grande Virginia Wolf e che ha cambiato la letteratura mondiale: i personaggi hanno pensieri, pensieri che tengono per sé, che non dicono agli altri personaggi, ma che noi spettatori abbiamo il privilegio di ascoltare. E su questi pensieri si svolge la nostra emozione ed empatia: lo spettatore é chiamato a sentire, a emozionarsi, non semplicemente ad inghiottire una pasticca inzuccherata travestita da caramella... E poi la sigla è cosi bella...!
Il non avere la televisione ma la connessione a internet, stimola la ricerca di ciò che si vuole vedere. Ed ecco li che c'è bisogno di sapere dove cercare e cosa scrivere. Per aiutare la mia Miss ho attaccato questo piccolo promemoria sul muro che sta vicino al computer. Ora sa con certezza che l'inglese non si scrive cosí come si pronuncia!

mercoledì 17 luglio 2013

dal pediatra

Vi è mai capitato di vedere della violenza ingiustificata sotto i vostri occhi? Vi è mai capitato che a subire questa violenza fosse vostro figlio? A me si. E ve lo racconto: È venerdi pomeriggio. Miss Buonumore sta maluccia da sabato sera. Al ritorno dal mare io e Daniel la notiamo un po' caldina: 37,3. Uhm. Stanotte non si dorme, pensiamo entrambi. Ma la febbre rimane cosi, bassina e strisciante. La mattina 38. Vabbé, aspetto un altro po'... All'1 siamo a 38,6. E mo mi sa che è meglio dare un antiepiretico. Dato. È domenica. Ci limitiamo a osservare la situazione e a tenerla sotto controllo. Nella notte la febbre arriva a 39,6. Lunedi vado dalla pediatra. Ci conosciamo da tre anni ed è una persona gentile, premurosa, affettuosa con le bimbe. Diagnosi:febbre senza foco. La devo riportare mercoledí mattina. Se ci sono novitá martedi. Ok. Le novità non ci sono. Mercoledi mattina siamo li. La febbre oggi non ha superato i 37,2. Ok, é un virus e sta scemando. Riportala venerdì pomeriggio per un ultimo controllo. Ok. Ed eccomi in ambulatorio. Ma Patricia non c'è. Al suo posto trovo l'altro pediatra del centro, Armando. Armando è stato il primo pediatra di Miss Meraviglia. Armando non ci piacque perché non fu gentile, mai. E per me le maniere sono importanti. Cosí cambiammo medico. Fine della premessa. Armando ci chiama, entriamo. Inizio a spiegargli un po' com'era la situazione. Volevo dirgli dell'esantema che era apparso la sera prima, volevo chiedergli se poteva trattarsi della sesta malattia. Volevo chiedergli se quel tipo di esantema può dare prurito. Ma prima che riuscissi a formulare una ricostruzione almeno parziale degli eventi, Armando mi toglie dalle braccia la piccola Miss e la sdraia sul lettino, e cerca di infilargli un palo in gola per vedere chissaccheccavolo. Cerco di parlare ma mi parla sopra, allora capisco che devo agire e riprendo in braccio la mia piccola Miss che di Buonumore ormai è sprovvista. Calmo il suo pianto. E intanto il pediatra si fa i cavoli suoi, seduto alla scrivania, schiaccia ripetutamente il tasto sinistro del mouse. Gli chiedo di visitare la Miss tenendola io in braccio e mi dice di no. Che cambia? Gli chiedo. E lui mi dice che lui visita con il bino sdraiato sul lettino, da solo. Gli chiedo nuovamente cosa cambia... Mi dice che lui visita così, che se mi sta bene ok, altrimenti me ne posso anche andare. Sono incredula. Gli dico: a volte bisogna essere un po' flessibili per poter fare del proprio meglio. Risposta: o la sdrai o te ne vai. Era venerdì pomeriggio. L'unica alternativa che avevo eramettere mia figlia in macchina e portarla all'ospedale. E stare li tutto il pomeriggio per farla vedere da un medico generico (si perché qui nel paradiso canario se porti tuo figlio all'ospedale non ti vede mica un pediatra... Troppo bello...). E cosi ho sdraiato la Miss. Me ne pento. Amaramente. La paura e non l'amore ha guidato i mie gesti. Mia figlia ha pianto, ha sofferto, si è sentita aggredita, maltrattata, non rispettata. Ripensando a quei minuti infiniti mi si fa l'amaro in bocca e una rabbia contro me stessa e contro le mie paure. Mi chiedo se sarò mai capace di disfarmi di tutti i condizionamenti sociali e familiari che mi spingono spesso ad agire contro il mio sentire. Crescere le mie figlie liberamente, vivere con loro momenti reali, ascoltare le loro esigenze e capirle al di sopra delle circostanze. Acettare le mie sensazioni come portatrici di importanti verità, e non sminuirle riducendole a meri fantasmi emotivi che perturbano il corretto agire materno. Oltre a distruggere il nostro presente, mino la serenitá del futuro delle mie Miss proponendo loro un modello che premia la sfiducia in se stessi. Ho sbagliato. Ho sbagliato per me e per la Miss. Spero di ricordare in situazioni future analoghe la rabbia che sento ora per non aver evitato a mia figlia un dolore inutile. Spero di non cedere alla paura. Spero davvero di credere nell'amore che lega me e le Miss e di rompere il muro della non accettazione del mio sentire. Voglio essere autentica.

mercoledì 26 giugno 2013

con quel che c'è

Frigo vuoto, Miss stanche, Daniel a lavoro. Alle nove la domanda arriva chiara e precisa dalla bocca del papi: "che mangiamo?" Potrei abbellire il racconto, inserire qualche dettaglio pittoresco, provare a spiegarvi e spiegarmi perché le tre variabili frigo vuoto, Miss stanche e marito a lavoro si verificano tutte e tre insieme, ma se lo facessi perderei il punto della faccenda, il punto in cui la sottoscritta si assume con totale incoscienza la responsabilità di alimentare la famiglia pronunciando la frase "Ci penso io!". E così fu. Entro in cucina e trotterello amabilmente tra frigo e dispensa fino a mettere insieme pochi e semplici ingredienti uniti da una assoluta coerenza di sapori: 2 funghi, mezza zucchina, un pezzetto di formaggio ben stagionato, qualche dadolino di pancetta affumicata e un po' di pane del giorno prima. Pancetta ben rosolata con aggiunta di funghi tagliuzzati in piccole listarelle. Zucchina sfilettata con la mitica grattugia 4 tagli (come vivere senza??) e formaggio grattato alla julienne. Tagliato il pane non resta altro che armonizzare gli ingredienti dei crostini salva cena. Letto di zucchine coperto con ripieno di funghi e pancetta e poi qualche altra zucchinetta da spolverare con il formaggio. Ma da soli non ci bastano, ed ecco apparire in soccorso il piatto di riso basmati avanzato dal pranzo. E con l'aggiunta di un barattolo di ceci già cotti lo rendiamo proteicamente valido: olé! cena sana e saporita in meno di mezz'ora: queste sono le soddisfazioni della vita!

martedì 18 giugno 2013

il barattolo delle monete

A volte piccole idee si rivelano azzeccatissimi progetti multiobiettivo. Ed è questo il caso del barattolo delle monete. Con l'iniziale scopo di non avere più in giro in ogni angolo della casa monete e monetine, annunciai a Miss Meraviglia e a Daniel che un bel barattolo di vetro sarebbe stato il posto in cui depositare spicci e spiccetti e che non appena si fosse riempito avremmo usato la somma raccolta per andare a mangiarci una pizza fuori. Inutile dire che Miss Meraviglia si è rivelata un'attenta risparmiatrice! E cosi, dopo qualche mese, abbiamo messo le mani sul bottino! E dovendo contare per sapere a quanto ammontasse, come avremmo potuto non cogliere l'occasione per una bella lezione di matematica? Abbiamo iniziato con il raggruppare le monete dello stesso valore in piccole torri da 10 unità.  Miss Meraviglia ha trafficato tra quei dischetti metallici per un bel po' facendo un "lavoro" completo: riconoscere il numero presente sulla moneta, sommare le monete fino a completare la decina, notare che a minor grandezza e peso corrispondeva minor valore, notare la differenza di materiali e associarla al valore, scoprire che l'altra faccia di tutte le monete che hanno lo stesso valore non è uguale: digressione sull'Europa e sui vari paesi che la costituiscono, chi è il re di Spagna, chi è Cervantes, chi è Dante Alighieri... Ecco quindi un esempio pratico di come nel nostro vivere quotidiano ci sono continue opportunità per studiare, anche la matematica. E in questo caso è lo stesso materiale che ci permette di "visualizzare" il numero, la quantità che il numero rappresenta. Senza dover ricorrere a materiali pedagogici espressamente elaborati per un identico scopo (penso alle perline montessoriane, ad esempio). E qui mi ricollego al precedente post "a che giochiamo". Studiamo somme, moltiplicazioni, equivalenze. Tutto impregnato dalla spinta emotiva del vedere il risultato di un lavoro di raccolta comune. Ecco che l'apprendimento si fa utile, reale, proprio, sociale, importante. La seconda parte del lavoro è stata la somma vera e propria. Per procedere in questa seconda parte abbiamo deciso di farlo in qualità di impiegato di banca e di cliente. Allontanare Miss Meraviglia dal gioco simbolico per più di 40 minuti è impossibile!! E la piccola Miss Buonumore? C'è stata anche lei, ovviamente, e, ovviamente c'è stata a modo suo: buttando a terra le monete, rimettendole sul mobile, agitandole in un coperchietto di plastica, nascondendole tra i piedi di Daniel e della grande Miss.. A ognuno il suo! Ma devo dire che lo spirito di collaborazione con cui abbiamo lavorato è stato il migliore esercizio!

sabato 15 giugno 2013

a che giochiamo

Negli ultimi giorni Miss Buonumore sta investendo molte delle sue energie nell'appassionante scoperta di oggetti semplici che ci sono in ogni casa: carte, tappi, e due contenitori, nello specifico: un secchiello e un pentolino. Osservandola e mettendomi a giocare, ho scoperto che ci si possono fare davvero tante cose. Confrontare pesi e grandezze, trasportare (tutto o solo un po') Confrontare i colori e i disegni, percepire forme circolari e rettangolari, nascondere, mordere, succhiare, lanciare, pattinare (eh si, pattinaggio su tappi: presto sarà una nuova disciplina olimpica;)) indossare... Conoscere ed esplorare a partire da oggetti di uso quotidiano. Sicuro che anche i vostri pupi lo fanno. E con cosa? Scambiamoci idee per mettere fine al consumo di oggetti esclusivamente pensati per giocare: lasciamo che i nostri figli siano liberi di crescere con oggetti veri e utili e che facciano uso della loro fantasia per trasformarli di volta in volta nell'oggetto di cui hanno bisogno.

giovedì 13 giugno 2013

uno

Uno, un numeretto piccolo piccolo che diventa incredibilmente grande quando è un anno di vita. E quando si tratta del primo anno di vita di un figlio è come se fosse una vita intera! Miss Buonumore è un anno (e nove mesi) che mi regala tanto: sorrisi, tanti e infiniti, risate e risatone, ditini puntati alle meraviglie che dicono "mamma! Guarda! Questa cosa è bellissima!", sguardi furbi che dicono: "l'ho preso!", manine che applaudono felici quando torna papà! È un anno di meraviglia e buonumore per tutta la famiglia, un anno di sorellina dolce che se ti sente piangere si precipita da lontano per cantarti una canzone (e tu, incantata, sorridi!) un anno di abbracci, un anno intero di corpo -tuo- con corpo -mio. Un anno di amore intenso! Come non festeggiarlo? E allora vía: palloncini rosa e verdi che volano fino al soffitto e non scendono giù -magia!!!- tante bimbe che ti salutano e sorridono e giocano con te, e tu te ne vai a passeggio per la casa, e poi in braccio a mamma, a nonna, a papá e a tutti quelli che ti va! E che bello poi quel pane speciale che aveva un leone sopra e che quando mamma l'ha portato in tavola tutti si sono messi a cantare! Nei tuoi occhi, fissi nella fiamma mordida della candela, ho visto come sentivi quel momento speciale, magico, quasi sacro.. Lentamente hai preso una fettina di "torta" e mollichina dopo mollichina ci hai fatto merenda. E poi ciao a tutti e via nella doccia con la sorellina: se fosse possibile, amore, ci vivresti nell'acqua! Ma è notte, e sei tanto stanca, andiamo al letto, un po' di latte e il canto di mamma: sogneremo insieme fino a che ci sveglierà l'alba...

venerdì 7 giugno 2013

un momento

Due sere fa preparavo con una certa fretta tutto il necessario per il bagnetto di Miss Buonumore. Sistemati i pantaloncini mi fermai. Il tempo scivolava via come l'acqua nella piccola vaschetta rosa. E capisco davvero che tra qualche mese non vedrò più l'immagine che ora è il mio pomeriggio. E amo le mie figlie, amo il mio essere mamma, amo il pomeriggio senza tempo, amo il sorriso della piccola Miss quando scopre che sta per entrare in quella piccola pozzetta di acqua calda, amo la felicità che spinge i passi di Miss Meraviglia quando le dico: a che giochiamo amore? Amo questo momento unico e irripetibile, amo la stanchezza e la consapevolezza che deriva dall'abbracciare i bi-sogni delle mie Miss. E allora so che tutto il resto può aspettare: e so anche che l'infinito amore delle mie figlie mi dà più di quanto io sia capace di immaginare..!